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Si trova nel Comune di Acquedolci: il sito, custodito dal Parco Archeologico di Tindari, è fruibile gratuitamente tutti i giorni dell'anno, con orari differenziati a seconda del periodo.
La Grotta di San Teodoro è nota agli studiosi sin dal 1859, anno in cui Francesco Anca, Barone di Mangalavite, la scoprì ed effettuò i primi scavi.
All'interno della grotta furono rinvenuto due orizzonti ben distinti: nell'orizzonte inferiore si trovava un deposito di mammiferi estinti, in quello superiore invece, resti di specie utili all'alimentazione dell'uomo ed innumerevoli quantità di armi in pietra.
Nel 1937 vennero effettuati dei saggi di scavo nella grotta, portando successivamente alla luce resti umani: complessivamente, nel corso degli anni sono stati rinvenuti i resti appartenenti a 7 individui.
Le sepolture sono le prime ed uniche rinvenute in Sicilia, che hanno offerto dati di eccezionale interesse per la conoscenza dei più antichi abitatori della Sicilia.
Thea, questo il nome affettuosamente attribuito ad uno di essi, proveniente dalla Grotta di San Teodoro, rappresenterebbe il primo scheletro umano ritrovato in Sicilia: si tratta di un individuo dell'età di circa trent'anni ed alta 1,55 m, oggi conservato all'interno del museo Gemmellaro di Palermo.
Di lei è stato anche riprodotto un ipotetico volto che ne racconta la fisionomia